TRATTAMENTO DEL PARTO TRAUMATICO O PREMATURO

 

E’ riportato con evidenza in letteratura come gli eventi traumatici passati e recenti vissuti dalla donna, se non metabolizzati, abbiano delle ricadute molto significative sulle capacità di sintonizzazione affettiva della madre con il neonato (con conseguenze sull’andamento dell’allattamento al seno), sulla costruzione di un attaccamento sicuro del bimbo alla madre e sulla salute emotiva della puerpera. Un attaccamento sicuro d’altro canto è un fattore di protezione rispetto a possibili problematiche psicologiche e psichiatriche nell’età evolutiva ma anche successivamente in adolescenza e nell’età adulta ed il potenziamento del senso di efficacia e la riduzione del senso di inadeguatezza conseguenti ad una buona sintonizzazione con i bisogni del neonato portano ad una minore probabilità di un esordio depressivo nel postpartum. Un lavoro di prevenzione volto a promuovere salute fisica e mentale per madre e neonato non può prescindere da un intervento psicologico tempestivo e mirato, qualora ci sia stato un aspetto traumatico nel parto (rischio di sofferenza per il neonato, rischio di vita per la puerpera, parto con interventi vissuti come fortemente invasivi e “violenti”, parto prematuro, parto in urgenza).
E’ fondamentale sottolineare come nel campo della psicotraumatologia, i clinici possano verificare continuamente quanto i traumi presenti riattivino in tutto il loro potenziale i traumi passati non sufficientemente metabolizzati in una sorta di effetto “valanga” che rischia di travolgere nel nostro caso la puerpera nel suo equilibrio emotivo già messo alla prova dalla nuova fase di vita.
L’EMDR (vedere www.emdritalia.it o www.emdr.com) è uno strumento terapeutico di notevole efficacia, che permette di lavorare sui nodi critici e sulle risorse della persona facilitando o sbloccando il naturale processo autoriparativo della mente rispetto ad eventi traumatici. L’EMDR è uno degli strumenti di elezione nella psicologia dell’emergenza (catastrofi naturali, catastrofi causate dall’uomo, incidenti, gravi lutti,…).
Il lavoro attraverso le immagini, le cognizioni negative, le sensazioni fisiche e le emozioni, quindi un lavoro che tocca più livelli della puerpera, sembra poter favorire inoltre il processo di sintonizzazione affettiva con il neonato che costituisce una premessa basilare per la costruzione di un legame di attaccamento sicuro (ed anche per un buon allattamento). Esiste una vastissima letteratura sull’efficacia dell’EMDR, con diversi studi anche neurobiologici (tecniche di neuroimaging) a supporto degli interventi con l’EMDR che ne indicano gli effetti a livello cerebrale. In estrema sintesi, le stimolazioni bilaterali alternate (visive o tattili o uditive) facilitano l’interconnesione tra i due emisferi cerebrali, promuovendo processi associativi più funzionali per la riparazione dei momenti più o meno traumatici e per la riattivazione e/o il potenziamento delle proprie risorse. Il percorso terapeutico può essere richiesto anche dal padre per se stesso al fine di elaborare i vissuti traumatici esperitie che può avere ripercussioni non solo sul suo benessere personale ma anche su quello di coppia e sul ruolo genitoriale.

 

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