Genitori e dislessia

Genitori e dislessia

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La dislessia, che fa parte dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), deve essere considerata una neurodiversità, ovvero come uno sviluppo neurologico atipico, che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

Un’inattesa difficoltà nella acquisizione della lettura e della scrittura sono i campanelli d’allarme più importanti.

Il bambino dislessico ha difficoltà scolastiche che di solito compaiono già nei primi anni di scuola e persistono successivamente e spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come invertire lettere e numeri, sostituire lettere, o trova difficoltà ad imparare le tabelline ed alcune informazioni in sequenza (le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno), oppure può fare confusione nei rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani). Il bambino può anche avere difficoltà ad esprimere verbalmente quello che pensa o manifestare difficoltà in determinate abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe).

Questi possono essere indicatori utili per valutare la necessità di consultare uno specialista.

Ma cosa possono fare, a casa, i genitori una volta ricevuta la diagnosi di dislessia a cui è importante che segua un progetto di intervento mirato? Possono aiutare il loro bambino nella lettura seguendo modalità che lo stimolino nella voglia di leggere.

Prima di tutto è importante lasciare che il proprio figlio scelga in autonomia di volta in volta il libro da leggere.

E’ utile affiancare il bambino nella lettura del libro prescelto tutti i giorni per 10 minuti (non oltrepassare mai i 15 minuti se non è il bambino a chiederlo e possono farlo sia i genitori che i nonni o altre figure di riferimento sostitutive, in modo da mantenere la cadenza regolare dell’attività). Anche il luogo dedicato alla lettura è importante, deve essere tranquillo, privo di rumori o confusione.

Quando il bambino legge una parola sbagliata è utile leggergliela in modo che possa ripeterla correttamente; non lasciarlo a combattere da solo nel cercare di leggerla e quando lo farà esattamente sottolinearlo con un sorriso o un’esclamazione positiva. E’ opportuno che il tentativo di lettura di una parola non superi i 5 secondi, in tal caso è meglio che il genitore legga la parola in modo esatto, facendola poi ripetere in modo appropriato e accertandosi che il bambino la guardi (è utile che uno dei due, meglio se il bambino, sottolinei la parola letta con un dito).

Oltre a questo è vantaggioso commentare le figure del libro e discutere la storia che si sta leggendo ma avendo cura di fare i commenti all’inizio o alla fine della lettura affinchè il bambino non perda il filo logico della narrazione.

Con il tempo mostrerà maggiore gradimento per un’attività che prima trovava sgradevole e frustrante e sarà lui, anche in autonomia, a dedicare del tempo a letture di suo interesse.

Dott.ssa Luisa Fornari

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